mercoledì 5 agosto 2020

CD-ROM CON COLONNA SONORA MUSICALE DE 
"LE MALECORDE"

Qualsiasi produzione di questo genere nasce da un interesse personale o da una committenza. In questo caso posso tuttavia dire che, su un interesse personale di studio che ha coinvolto i tre autori per molti anni - Gian Vittorio Avondo soprattutto - si è felicemente innestata “l'istigazione” di un partigiano della val Chisone, Giorgio Diena, che alla fine, più che un committente si è rivelato essere, con una mentalità affine alla sua professione di ingegnere, un vero e proprio capo-progetto.
Infatti nel 2001, avendo preso visione del cd-rom che avevo realizzato con le mie allieve della scuola professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente di Osasco, relativo a un diario partigiano della val Chisone, quello di Gino Rostan, Giorgio Diena venne a trovarmi e mi propose la realizzazione di un cd che ponesse l'attenzione soprattutto sulla vicenda resistenziale e militare di tutta la val Chisone tra il '43 e il '45, una vicenda, secondo lui, abbastanza trascurata dalla storia.
Pensai pertanto che fosse utile coinvolgere nel progetto Gian Vittorio Avondo e Marco Comello, per la stesura dei testi, considerando che in questi anni, mentre io mi occupavo di altri temi storici, loro hanno decisamente approfondito lo studio della Resistenza nel Pinerolese.
Seduti attorno a un tavolo abbiamo pertanto ripensato il tutto alle luce delle nostre diverse sensibilità: quella di Gian Vittorio più centrata sugli eventi e sui torti patiti dalle popolazioni civili durante l'occupazione nazifascista; quella di Marco attenta alla riscoperta di eventi anche conosciuti, attraverso la lettura di nuove fonti provenienti dal comando della GNR o da quello militare tedesco; il sottoscritto più sensibile alle vicende esistenziali dei protagonisti e Giorgio Diena sempre vigile nel ricordare ad ogni incontro che quella del luglio-agosto 1944 è stata una vera battaglia militare.
Sensibilità così diverse, che difficilmente avrebbero convissuto in un libro stampato, hanno comunque trovato un loro denominatore comune nel pubblico di destinazione che vorrebbe essere quello delle nuove generazioni nella scuola.
Ecco perché il cd-rom non ambisce assolutamente ad essere una storia della resistenza in val Chisone, quanto piuttosto un ricco archivio multimediale dal quale, ciascun studente e docente possa attingere per esplorare sfumature della vicenda bellica e resistenziale in val Chisone e da cui magari partire per ulteriori approfondimenti. 
Certo il cd non rinuncia a ripercorrere alcune pagine importanti di questa storia, ma a un anno dall'anniversario quale quello dei sessant'anni dalla Liberazione (25 aprile 2005), molto vicino al successivo 2006 olimpico che vedrà i riflettori di tutto il mondo puntati su questa piccola vallata alpina, ci è sembrato giusto soprattutto ricordare personaggi e luoghi: il lavoro esibisce pertanto interviste realizzate in questa circostanza, richiamandone altre realizzate in altre occasioni; mostra i luoghi con le foto di ieri e quelle di oggi; offre al lettore un'ampia documentazione originale, fino ad oggi conservata negli archivi e ora, anche grazie al supporto magneto-ottico, visionabile in più copie. Infine i rimandi bibliografici fanno un po' il punto su tutto quanto è stato prodotto fino ad oggi sull'argomento.
Il tutto impreziosito dagli interventi grafici di Andrea Priotti e accompagnato da un certosino lavoro di rifacimento di tradizionali canzoni partigiane effettuato da Giovanni Battaglino e dalle Malecorde con estrema cura e arrangiamenti musicali tutt'altro che scontati.
Le nuove tecnologie hanno effettivamente aperto alla storia orizzonti nuovi. Le generazioni e gli storici del futuro vedranno infatti i visi dei protagonisti, li sentiranno raccontare le loro storie e questo li aiuterà probabilmente ad entrare meglio in sintonia con la storia dei sentimenti personali che viene spesso poco indagata in assenza di diari, memorie o epistolari. Davanti a un monitor, ascoltando la testimonianza ed osservando anche l'espressione dei testimoni ci si confronta con la loro sincerità e si ha veramente l'impressione di averli un poco conosciuti. E dico ciò pensando che ho visto per la prima volta solo in video Gino Rostan, quando cioé era già scomparso da più di un anno, eppure la sua immagine mi è sembrata quella sincera che mi ero fatto dalla lettura delle pagine del suo diario; così come, parlando con Ettore Serafino e prestando attenzione alle espressioni del suo viso, ho compreso quanto una dolorosa vicenda personale come quella di Cantalupa possa condizionare, dopo sessant'anni, la memoria al punto di far passare in secondo piano tanti altri aspetti politici e militari di cui invece Serafino si è spesso occupato in pubbliche occasioni, consegnandoli dunque a una cultura “scritta”.
Come ho già detto tante volte sarebbe utile confrontare le emozioni di questi volti e le loro storie, con quelle dei repubblichini: sarebbe giusto che le nuove generazioni potessero assistere alla testimonianza di un torturatore di via Asti a Torino, o anche solo di via Saluzzo a Pinerolo, e alle sue giustificazioni e da ciò trarre le loro conclusioni. Ma “dove sono finiti”, si chiede spesso Marco Comello, “perché non si fanno intervistare, ma scelgono invece sempre la strada della memoria autobiografica?” Perché per vedere le loro facce noi ricercatori dobbiamo affidarci a giornalisti d'assalto con la passione per la storia come Alberto Custodero, capaci di scovare il carnefice anche in Germania e fare riaprire un caso come quello della strage di Cumiana?
Il lavoro che oggi affidiamo alla distribuzione degli enti, nelle biblioteche e nelle scuole, vuole dunque essere un archivio della memoria, scritta e orale, di un'epoca i cui protagonisti stanno lentamente scomparendo. A loro va il nostro più sentito ringraziamento.
Infine un ringraziamento doveroso anche Lido Riba e Roberto Prinzio che hanno aderito al Progetto e lo hanno concretamente sostenuto all'interno delle loro istituzioni. Valter Careglio

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