giovedì 26 dicembre 2013

REMO BODEI: L'ETICA DI SPINOZA

mercoledì 16 ottobre 2013

Bruno Maida sulla guerra totale nel Novecento

 Un interessante contributo del prof. Bruno Maida, in occasione della presentazione del Progetto di Storia Contemporanea (7 ottobre 2013) promosso dal Consiglio Regionale del Piemonte, ci aiuta a riflettere sul significato della guerra totale.

Qui di seguito alcuni appunti trascritti durante l'intervento e sotto il video della durata di circa mezz'ora.



Guerra totale: se nel corso di tutto il Novecento tutte le guerre diventano guerre totali, la seconda guerra mondiale ne costituisce tuttavia il paradigma per eccellenza. Alcuni nuclei possono essere tenuti presenti in proposito:
1)  Il più evidente é che che le guerre del Novecento vedono una progressiva mobilitazione di massa, che porta ad intere società in guerra. Ad es. durante il regime fascista vi fu una sempre maggiore attenzione, durante la guerra, verso il controllo dell'informazione. Ma vi sono aspetti meno evidenti, come la mobilitazione dell'infanzia, in tutti i suoi aspetti dall'organizzazione della scuola alla costruzione dell'ideologia per cui si combatte.
2)  Il ruolo dell'ideologia come elemento portante nella costruzione di qualsiasi aspetto della vita sociale.
3)  Altro nucleo di temi che vanno tenuti presenti sono il sistema produttivo e l'avanzamento tecnologico che ha il suo picco più evidente nella bomba atomica ed uno meno evidente nei sistemi di puntamento degli aerei per i bombardamenti.
4)  Un altro nucleo importante é la polarizzazione tra il tentativo di regolamentare la guerra e la brutalizzazione della guerra stessa. Le numerose conferenze per regolamentare il rispetto delle Convenzioni di Ginevra contrastano con la brutalizzazione del conflitto. Le guerre costituiscono una distruzione di massa progressiva nel corso del Novecento, fino all'idea della distruzione di massa più assoluta della minaccia nucleare nella guerra fredda.
5)  La violenza come categoria storiografica, come elemento strutturale delle guerre. Nelle guerre ai civili il tema della violenza é un tema che non può essere considerato come un dato acquisito ma piuttosto come un problema.
6)  Hobsbwam sostiene che la seconda guerra mondiale fu una lezione di geografia collettiva e dice che due immagini avevano ossessionato la sua generazione: gli stormi di aerei che attraversavano il cielo e le maschere antigas. La prima fu profetica, la seconda fu illusoria. Queste due osservazioni ci dicono che nella seconda guerra mondiale le persone per la prima volta imparano a conoscere il mondo (attraverso i bollettini di guerra, i giornali e la propria esperienza personale). La seconda guerra mondiale, attraverso la guerra aerea, per la prima volta trasforma l'idea di guerra che fino a quel momento era stata solo orizzontale ed ora diventa verticale. Ciò cambia la logica della guerra: la guerra verticale per la prima volta invade totalmente lo spazio pubblico, annullando la differenza tra fronte interno e fronte esterno. I bombardamenti cambiano temi e spazi dell'esistenza collettiva e la morte viene sperimentata da tutti, indipendentemente dal destino di andare o meno al fronte. E' questo un aspetto che ci rimanda alla dimensione tecnologica: i paesi in guerra mobilitano il 20% della popolazione ma l'intero apparato industriale. L'uso scientifico della tecnologia determina una grande quantità di distruzioni e di vittime ove la popolazione civile diventa un soggetto centrale. Nel corso del Novecento si inverte la proporzione tra morti civili e soldati: all'inizio del Novecento muoiono soprattutto militari, alla fine del Novecento molti più civili. Rispetto a questo problema la seconda guerra mondiale é veramente uno spartiacque: 12 milioni di civili morti nei campi di concentramento nazifascisti.
7)  Spostamenti di popolazione: la seconda guerra mondiale produce lo spotamento di 40 milioni di individui e nei dopoguerra non finiscono gli spostamenti. Le guerre si trascinano per un periodo più lungo.

Il "nuovo ordine europeo nazista" é il primo tentativo di unificare l'Europa. La guerra, proprio perché connotata da progetti fortemente ideologici, si caratterizza anche per il collaborazionismo e la resistenza. Due fenomeni che caratterizzano fortemente la guerra e i suoi esiti.
Come possiamo acquisire il tema della violenza come un tema nuovo? Gabriella Gribaudi diceva che se si vuole prendere in considerazione la storia degli uomini chi mai potrà negate che la violenza sia l'esperienza più importante della vita delle persone attraversate da una guerra? Non è solo quella della deportazione, ma quella dei bombardamenti, della pietà religiosa. Torino é segnata dagli ex-voto di guerra (e non solo Torino), dove si può rinvenire un'immagine delle violenze di guerra che passano attraverso le esperienze individuali della guerra vissuta.
Va dunque affrontato il rapporto tra civilizzazione e brutalizzazione: nella seconda guerra mondiale vengono violate le norme scritte ma anche quelle non scritte, come nel caso degli IMI che non vengono trattati come prigionieri di guerra.
Queste continue violazioni si scontrano con il tentativo di rendere invece civile la guerra: l'infanzia é il terreno piú normato e quello quotidianamente violato.
Nella violenza inoltre sono tutti attori; non sono tutti sullo stesso piano o sugli stessi valori, ma la violenza riguarda tutti.
Ultima cosa ci riguarda sul piano metodologico: nel momento in cui introduciamo il tema della violenza ci muoiano su un piano multidisciplinre (piano antropologico, psicologico): il di piú non é comprensibile su un piano esclusivamente storico.
Bisogna ragionare sugli spazi: lo spazio del campo di concentramento, del campo di sterminio, senza confondere ma cercando di vedere quali logiche li tengono insieme. Enzo Traverso ci ricorda che la Shoah non é l'unico genocidio, così come la modernità avrebbe altri esempi migliori come l'atomica. Eppure la Shoah coniuga violenza, modernità in un'ideologia della violenza come fine.





Su questo argomento vedi anche il mio articolo: LA GUERRA AI CIVILI AL CINEMA


mercoledì 17 luglio 2013

CARLO AUGUSTO VIANO SULLA TOLLERANZA

IL MANIFESTO DI CARLO MARX A FUMETTI


giovedì 9 maggio 2013


In seguito al riordino del secondo ciclo di istruzione attuato dal ministero Gelmini, che ha reso necessario estendere la prassi della certificazione delle competenze a tutte le discipline del biennio superiore con D.M. 9/2010, il MIUR, le scuole, le Università e altri enti di ricerca hanno promosso iniziative territoriali per l'attuazione di sperimentazioni orientate al rinnovamento della didattica e dei sistemi di valutazione nel rispetto delle nuove direttive che hanno, in realtà, una matrice pedagogica e didattica di lungo corso e di stampo europeo.
Il Quaderno raccoglie in prima istanza una serie di interventi che fanno il punto sugli elementi normativi di riferimento e che approfondiscono la nozione di competenza e i corrispondenti metodi di valutazione.
Riporta, inoltre, gli esiti dell'esperienza concreta dell'azione di sistema attuata in Piemonte, con Circolare regionale del 19 aprile 2011, incentrata sulla certificazione in uscita nel biennio superiore, e che ha prodotto una serie di esempi di prove relative a i quattro "assi" culturali, elaborate da un consistente numero di scuole superiori di tutte le province piemontesi coinvolte nel progetto. Le prove costituiscono, oltre che un interessante repertorio di "buone prassi", il risultato di uno sforzo di sintesi a partire dalle riflessioni teoriche sul tema delle competenze nel biennio rielaborate nel corso degli anni da docenti ed esperti, con l'intento di attuare una "ricerca-azione" che avesse ricadute benefiche sulla prassi scolastica, non sempre coerente in questo ambito.

Puoi richiedere gratuitamente la versione cartacea a Loescher oppure scaricare il PDF cliccando qui

giovedì 11 aprile 2013

PREMIAZIONE AL CONCORSO DI STORIA CONTEMPORANEA 2013

11/04/2013 premiazione dei vincitori del concorso di storia contemporanea, a cura del Comitato Resistenza e Costituzione. Interviene il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Placido, delegato al Comitato.LICEO "G.F. PORPORATO" DI PINEROLO 
 
Clicca qui per scaricare l'elaborato premiato

domenica 24 marzo 2013


Una bella, interessante e partecipata serata. Emiliano, oltre che un amico è un ex-alievo e dunque è bello vedere che talvolta la scuola semina semina l'amore non solo per la lettura ma anche per la scrittura.  Le poesie oltre che interessanti, nel loro stile minimalista comunicano grandi emozioni. Comprate il libro, 
ne vale la pena.


La realtà del viaggiatore di Emiliano Barbato

sono giunto a Parigi

dopo un viaggio faticoso

l'ostello spalanca le sue porte

accogliendomi a braccia aperte

in poco tempo

smonto lo zaino

e mangio un panino al volo

tacchino e brie



subito dopo

eccomi a leggere un altro libro

di Augias

sul cristianesimo

la saletta comune è calda e

accogliente

calza a pennello Augias!

in fondo

fa anche un po' Parigi



ma questa sera

la cosa più importante

è lei



di fronte a me

seduta al tavolo

una ragazza bionda

scrive

sul suo diario di viaggio



è bella



la osservo riflettere

a ogni parola che getta

sul foglio bianco

il suo sguardo è come sperso

fra realtà e sogno



d'un tratto

pare lanciarmi un'occhiata

prudente

ha labbra attraenti

perfette

dipinte di un rosa

raro

il suo piede

scalzo

si muove delicatamente



in un attimo

la desidero

come un ventenne

affamato



intorno a me

soltanto decine di facce

vuote



ma stasera

appena lì

c'è lei

pronta a salvarmi

in questa città

difficile



forse domani

non la rivedrò

non saprò il suo nome

da dove viene

quanti anni porta con sé



ma è così che vanno le cose

per un viaggiatore



le ragazze migliori

sono quelle

che non conoscerà.

martedì 29 gennaio 2013

 LA SCUOLA CHE CAMBIA

Una rubrica mensile, che curo per "Ecomese", di brevi articoli destinati soprattutto a non addetti ai lavori, per avvicinarsi e orientarsi nella foresta di quell'immenso perenne "cantiere" di cambiamenti - riforme e riordini - che ha investito la scuola italiana e la sua didattica da una quindicina di anni a questa parte, e non sempre con effetti positivi.

martedì 1 gennaio 2013

Crescita politica e sviluppo economico del Pinerolese nell'Ottocento


Il nostro piccolo angolo di Piemonte visse nel corso del XIX secolo grandi e significativi mutamenti, sul piano della sensibilità politica e sociale, ma soprattutto nel suo assetto economico e territoriale. Ciò fu possibile grazie alla formazione di una classe dirigente locale che, sulla scia di Cavour, comprese che la scommessa vincente per lo sviluppo avrebbe assolutamente dovuto fondarsi su un’agricoltura e ed un’industria più efficienti e competitive, delle infrastrutture (strade, ferrovie, servizi postali) in grado di sostenere la libera circolazione delle merci verso l’Italia e la Francia, una popolazione più istruita e capace di cogliere di tutte le opportunità.